La punta del tacco d’Italia

Una vacanza in Salento non può non concludersi a Santa Maria di Leuca: sorge proprio all’estremità della Puglia, come se fosse il culmine di un’esperienza sensoriale fatta di sapori antichi, paesaggi, tradizioni ancestrali e storia.

I simboli di Santa Maria di Leuca

Si racconta spesso che Santa Maria di Leuca sorga nel punto in cui i due mari, Adriatico e Ionio, si uniscono: in realtà questa fusione avviene più a nord, a largo del faro di Capo Palascia a due passi da Otranto. Non per questo viene meno il fascino di Santa Maria di Leuca, chiamata dai romani de finibus terrae proprio perché è nata dove la terra lascia il posto al mare blu.

Il simbolo della cittadina salentina è senza dubbio il Santuario di Santa Maria de finibus terrae, costruito lì dove in passato sorgeva il tempio di Minerva: di questo luogo pagano resta oggi soltanto un’ara custodita all’interno della stessa chiesa, assieme a un bel dipinto di Jacopo Palma il Giovane, raffigurante la Vergine col Bambino, e un organo del 1885.

A due passi dal luminosissimo sagrato della chiesa si trova una grande croce di pietra che ricorda il passaggio di San Pietro nel suo viaggio verso la Città Eterna.

Il Santuario, affiancato dal bianco faro realizzato nel 1873, domina da un’altura il porto di Santa Maria di Leuca, collegato all’edificio religioso da una cascata monumentale che segna il punto terminale dell’Acquedotto Pugliese. In occasioni speciali la cascata è illuminata in modo così suggestivo da regalare uno dei panorami più belli di Leuca.

Santa Maria di Leuca: tra storia e leggenda

Ai piedi della Cascata Monumentale si trova il monumento scultoreo “Trittico della Trascendenza“: rappresenta la leggenda di Leucasia, alla quale è legata la mitologica nascita della stessa cittadina salentina. Leucasia era una sirena che si innamorò perdutamente del pastore Melisso. Il cuore del giovane era però solo per Aristula: ciò provocò le ire della sirena che scatenò sugli amanti una tempesta mortale.

I corpi dei giovani furono scaraventati in mare e, per pietà degli dei, furono tramutati in rocce poste una davanti all’altro: oggi sono identificati nei promontori rocciosi di Punta Ristola e Punta Meliso, che cingono in un abbraccio Santa Maria di Leuca.

Da questo struggente racconto derivò poi il nome della stessa città, leukos: in realtà, pare che il termine greco sia stato usato dai marinai ellenici quando avvistarono la prima volta questa luminosissima terra (leukos significa appunto bianco).

Addentrandosi nel borgo si ha la possibilità di apprezzare le numerose ville storiche nate dall’800 nei loro stili più diversi: pompeiano, liberty, moresco, gotico e medievale. Tra tutte spiccano Villa Meridiana, facilmente riconoscibile per la facciata decorata con l’elegante orologio solare, Villa Episcopo dallo stile orientaleggiante, Villa Mellacqua dall’aspetto fiabesco e Villa Pia dalle mura decorate con merlature.


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